Dal 04 Apr 2023 al 02 Mag 2023
Dal 4 aprile prende il via la seconda delle rassegne proposte dal Mabuse Cineclub per l'inverno/primavera 2023, dedicata a un grande Maestro del cinema iraniano, in un momento particolare per la storia di quel Paese, attraversato ancora una volta da lotte intestine e richieste sempre più pressanti di diritti da parte della popolazione. Panahi è il simbolo di queste lotte: un artista censurato dal regime e imprigionato da oltre un decennio per aver raccontato (e appoggiato) con i suoi film il desiderio di libertà di un popolo. Tutti i film sono proiettati in versione originale sottotitolata in italiano
PROGRAMMA
4 aprile - THIS IS NOT A FILM (IR, 2011)
11 aprile - TAXI TEHERAN (IR, 2015)
18 aprile - TRE VOLTI (IR, 2018)
2 maggio - GLI ORSI NON ESISTONO (IR, 2022)
Tutti i film sono proiettati in versione originale sottotitolata in italiano
JAFAR PANAHI (NON) ESISTE
Non è un caso che molti titoli delle opere più recenti di Jafar Panahi siano basati su di una negazione ontologica. Il racconto di contrabbando dalla sua prigione casalinga non avrebbe dovuto essere un film, così come dovremmo sbarazzarci una volta per tutte degli inesistenti ostacoli per cambiare veramente le cose (“Non ci sono orsi da queste parti, la nostra paura dà potere agli altri” è una delle battute più potenti del suo ultimo lavoro). In definitiva è lo stesso cinema di Panahi che non dovrebbe esistere, da dodici anni almeno, da quando cioè il governo teocratico iraniano ha deciso il suo arresto e gli ha vietato (tra le altre cose) di girare nuovi film, in risposta al contenuto dei suoi precedenti lavori, ritenuto sovversivo e non conforme alle rigide regole imposte dagli ayatollah. La cultura e la tecnica cinematografica di Panahi trovano le loro radici nell'opera di Abbas Kiarostami, il grande padre del cinema iraniano contemporaneo, a cui fece da assistente per Sotto gli ulivi nel 1994. Kiarostami scriverà in seguito per lui le sceneggiature di due film: Il palloncino bianco (sua pellicola d'esordio) e Oro rosso. Premiato in tutti i maggiori festival europei, Panahi sconta da più di un decennio l'insostenibile condizione della censura, una condanna che sarebbe ancor più asfissiante senza i fari mediatici che la comunità cinematografica internazionale qua e là gli tributa. Dalle sue prigioni Panahi non ha mai interrotto il lavoro clandestino, arrivato in Occidente spesso in modalità bizzarre (il supporto che conteneva This is not a film giunse a Cannes nel 2011 all'interno di una torta di compleanno, così da evitare sospetti e controlli alla dogana). Impedire ad uno dei registi più importanti e capaci della sua generazione di fare il suo mestiere potrà sembrare un crimine minore, quasi laterale, nella triste e sanguinosa parabola in cui si è avvitato il regime iraniano. Noi del Mabuse crediamo invece che è grazie alla tenacia e alla libertà di artisti come Jafar Panahi che tali crimini diventano ancor più evidenti ed insostenibili ai nostri occhi. È per questo che abbiamo deciso di rendergli omaggio adesso (in un momento così cruciale per la storia dell'Iran), concentrandoci sui film del suo ultimo periodo, quelli cioè in cui Panahi ha scelto di utilizzare il suo corpo (e il suo cinema) al servizio di un messaggio rivolto a tutti noi. (FB)
Spettacolo unico il martedì alle ore 21.15 AL CINEMA TERMINALE (VIA CARBONAIA, 31 - PRATO)
Biglietti: interi 6€ | ridotti (Soci Casa del Cinema, abbonati Metastasio e Pratosfera card) 5€
INGRESSO RISERVATO AI POSSESSORI DI TESSERA ASSOCIATIVA 2023 (1€)
È possibile sottoscrivere la tessera ogni sera prima di ciascuna proiezione.
Film legati a questa rassegna
Casa del Cinema di Prato Società Cooperativa - Impresa Sociale
via Carbonaia 31 - 59100 Prato (PO)
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